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dal nostro socio in Libano – il 1° Mar. Ruben BERTA (nell’immagine a lato il primo da destra, da sinistra, il 1° Caporal Maggiore Donato PICONESE ed al centro il Comandante del CSS Bn Col. Sergio CONTE

 

 

 

PREMESSA
L’Italia è impiegata in Libano a sostegno delle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 425 del 19 marzo 1978, n. 1701 del 11 agosto 2006 e la n. 1832 del 27 agosto 2008.Compito dei caschi blu dell’ONU è assistere il Governo libanese ad esercitare la propria sovranità sul Libano ed a garantire la sicurezza dei propri confini, in particolare dei valichi di frontiera con lo stato di Israele. A questo si aggiunge il supporto alle forze armate libanesi (LAF) nelle operazioni di sicurezza e stabilizzazione dell’area allo scopo di prevenire un ritorno delle ostilità e creare le condizioni all’interno delle quali possa essere ritrovata una pace duratura. L’Italia è inserita nella forza multinazionale UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon) che dal 1978 opera lungo la linea “armistiziale” Blue Line tra il Libano e Israele. Prima della crisi del luglio/agosto 2006 la forza multinazionale di UNIFIL aveva il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane dal confine meridionale del Libano e assistere lo stesso governo a ristabilire la propria autorità nell’area. Dopo la crisi del luglio/agosto 2006, ai precedenti compiti si sono aggiunti il sostegno alle Forze Armate libanesi nel dispiegamento nel sud del Paese, l’assistenza umanitaria alla popolazione civile ed il monitoraggio della cessazione delle ostilità nell’area compresa tra la Blue Line ed il fiume Litani. Su decisione delle Nazioni Unite, dal 28 gennaio 2012 l’Italia ha assunto il comando della missione UNIFIL.

La nomina dal 24 luglio 2014 del Generale di Divisione Luciano Portolano – succeduto al Generale di Divisione Paolo Serra – rappresenta un prestigioso attestato di stima e fiducia per il ruolo attivo svolto dall’Italia nel promuovere la stabilità e la sicurezza dell’area mediterranea e mediorientale.

Alla missione UNIFIL partecipano oltre 10.000 soldati provenienti dai seguenti Paesi: Armenia, Austria, Bangladesh, Bielorussia, Belgio, Brasile, Brunei, Cambogia, Cina, Croazia, Cipro, El Salvador, Francia, Finlandia, Repubblica di Macedonia, Germania, Ghana, Grecia, Guatemala, Ungheria, India, Indonesia, Italia, Irlanda, Kenia, Malesia, Nepal, Nigeria, Qatar, Corea del Sud, Serbia, Sierra Leone, Slovenia, Spagna, Sri Lanka, Tanzania e Turchia.

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Il Comando della forza nazionale è stanziato presso la base “Millevoi” in Shama (sede del Comando del Settore Ovest di UNIFIL), mentre l’unità di manovra ed i supporti sono dislocati tra le basi di Al Mansouri, Shama e le basi operative avanzate lungo la Blue Line. Attualmente la componente italiana della Joint Task Force Lebanon consta di 1100 uomini e donne, principalmente composta da militari della Brigata alpina Taurinense, di stanza a Torino. All’Italia è altresì affidato il comando del Sector West di UNIFIL che, dal mese di ottobre 2015, è al comando del Generale Franco Federici, comandante della Brigata Taurinense. In tale ambito opera la Task Force italiana in Libano che gestisce le unità di manovra e supporto fornite da altre nazioni quali Armenia, Brunei, Finlandia, Ghana, Irlanda, Malesia, Repubblica di Corea, Slovenia, Tanzania e Serbia.
Nell’immagine l’apposizione del Guller sulla corrispondenza privata ed in quella in basso basso il controllo della posta di servizio in partenza per l’Italia

 

L’INTERVISTA
Abbiamo intervistato il responsabile dell’Ufficio Postale Militare Civile, il 1° Caporal Maggiore Donato PICONESE

D: Buongiorno, ci potrebbe spiegare brevemente come funziona il servizio postale?
R: Buongiorno, posso dirle che la corrispondenza di tutto il contingente italiano e non, viene raccolto in cassettine postali, caricato su automezzi pesanti per la tratta Shama – Beirut . Da qui viene spedito con vettore aereo al Centro Postale di Ospedaletto (Pisa) che la inoltra al Centro di Meccanizzazione Postale di Firenze per la lavorazione e smistamento alle varie destinazioni finali. L’aereo può atterrare sia all’aeroporto militare di Pratica di Mare o civile di Ciampino (Roma) oppure a quello militare di Pisa (in questo caso con C-130 della 46’ Aerobrigata dell’Aeronautica militare). La posta giunta in Italia, viene presa in consegna dal nucleo postale del Reggimento Logistico “Folgore” con sede a Pisa per la successiva consegna al C.P. di Ospedaletto.

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Nell’immagine a lato l’addetto postale dell’Ufficio internazionale di Naqoura

 

 

 

D: Quante lettere suddivise fra militari e civili si spediscono mediamente?
R: Mensilmente si spedisce circa 300 lettere, di cui l’85% in corrispondenza militare ed il restante 15% in corrispondenza privata. La corrispondenza militare a sua volta si suddivide per il 35% in Raccomandate, il 25% in Assicurate e il 40% in Posta Prioritaria.

D: E’ vero che non si possono spedire pacchi, assicurate e raccomandate private?
R: Parzialmente, ci sono delle limitazioni dovute in parte a Poste Italiane.

D: C’è un servizio alternativo per la spedizione di lettere e pacchi?
R: Si, il Libano è un paese sovrano e come tale il servizio postale funziona ed è efficiente; per tramite del Servizio Postale Internazionale presente nella base di Naqoura , sede del Comando di UNIFIL, si può spedire tutto ciò che si vuole, utilizzando anche le poste ONU via New York.

D: Avete una scorta di francobolli?
R: Si, abbiamo una scorta sempre disponibile di francobolli, acquistati con un fondo messo a disposizione dall’Amministrazione Difesa, che talvolta, per la felicità dei collezionisti acquistiamo allo sportello filatelico di Poste Italiane.

D: Che tipo di francobolli utilizzate? Ordinari o commemorativi?
R: Ho prevalentemente una scorta di francobolli Ordinari, di piccolo e medio taglio, molto utili per sopperire ai cambi tariffari recentemente accaduti, e delle piccole scorte di francobolli commemorativi, per accontentare chi lo desideri.
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Nell’immagine le Cassette Postali presenti nell’ufficio postale internazionale di Naqoura


D:Quante lettere ricevete dall’Italia fra militari e private?
R: Riceviamo mediamente un terzo della posta che spediamo, considerando un volo postale al mese. Sulla ricezione della corrispondenza noto una discrepanza che mensilmente oscilla dal 60% militare e 40% privata per poi passare al mese successivo al 45% di servizio e 55% privata.

D: Quale è stata la richiesta più curiosa che ha ricevuto?
R: Posso ricordare una richiesta di un annullo postale datario su un’agenda con il primo e l’ultimo giorno di missione di un commilitone che mi esponeva la sua abituale rutine in tutte le missioni a cui ha partecipato utilizzando sempre la stessa tipologia d’agenda da molti anni ad oggi.

D: Gli eserciti stranieri qui in base utilizzano il nostro servizio postale?
R: Si, mi è capitato di spedire posta privata estera, ma soprattutto posso affermare di ricevere puntualmente della corrispondenza indirizzata a personale Sloveno.

D: Quali sono le tariffe postali che si applicano?
R: Le tariffe utilizzate sono le medesime applicate per la corrispondenza ad uso interno da Poste Italiane, in quanto vige la continuità territoriale italiana.

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